LA TRACCIA


Sono finito su una strada stretta,
piena di sassi e curve improvvise,
senza cartelli, senza divieti,
solo la fretta uccisa dai segreti.

Sono l’affanno, l’odio, la stanchezza,
l’ansia, la paura, la fine dell’età.
Senza speranza, senza futuro,
solo una tessera d’alta fedeltà.

Sono tre secoli che navigo fogne.
Non so nemmeno quanti anni ho.
Vedo di tutto: svitati, carogne,
imbecilli e “madonne” in questo lurido zoo.

Ho seppellito cent’anni di storie
in ogni sorso, in ogni temporale.
Guardo gli arrivi di vite aleatorie
in una stazione senza personale.

Siero del peccato,
onda nuda,
versáti nella terra.

Maschera di luce
vinci le forze avverse.
Senza verità non posso vivere.

Sulla soglia del mistero
abbraccio il pensiero.
Insonne, intravedo il nulla opprimere
pareti bianche di camere nude.

Tutto si chiude.
Tesori sommersi,
catene, botole impossibili.

Tutto si chiude
sotto il deserto del mai.
Tutto svanisce
tra un sogno e il domani.

Fazzoletto di seta,
un lago bianco viene su,
nel letto di un fiume di vento.
Ecco: lo sento.

Lo sento nel cuore di un giovane cervo.
Battito lento,
battito forte.

Canto d’usignolo, su rami d’acacia.
Che sia la traccia?
La voce da seguire?

Una sola,
forse inutile,
forse l’unica,
ma provo a scavare per poter uscire.


agostino guarino ©

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