Una luce fioca respira accanto a me.
Noie vertebrali in un giaciglio rosso marmo
e personaggi medievali
che si aggirano e si succedono
sull’eco di nitriti di cavalli baldanzosi,
mandate di portoni
ed affreschi decadenti,
fino a un tempo decorosi.
Il sonno è roba da ignoranti.
Chi veglia riesce a cogliere i segreti dell’eternità.
Un treno di ortensie arrugginite
attraversa garbato il fiordo.
Non si odono merli né allodole
né passeri né altri esseri d’ali.
Un brivido sottile attraversa la pelle:
inequivocabile mistero di un oasi segreta
dal sapore fatato.
Ma è pace ovunque in questo manto prato.
Orfane d’albero, seminate a caso,
confondono i colori di trifoglio e miglio.
Un artista si adagia e disegna un sogno;
ruba un silenzio mattutino,
una preghiera,
un frugale battito,
uno scroscío ruscelloso.
Poche fronde e poche radici:
quanto basta per essere un po’ felici.
agostino guarino ©