BRIGLIE INTORNO AL CUORE


Mi martella nella testa il tuo rumore,
mi perseguita e diventa più assordante
mi deraglia la ragione,
mi lega le briglie intorno al cuore,

mi aggiusta e mi sistema con le mani,
mi destreggia e mi destina,
mi fa correre,
volteggia sulle sabbie che mi affondano in un lago,
un guscio, un argano,
un ceppo di capelli a cui mi ancoro,
un fascio di catene,
un insieme di cervelli,
di intestini che le viscere aggrovigliano,

che sciolgono, che strigliano,
fanno smuovere lo stomaco
d’incognito, d’indomito,
d’istinto anche platonico.

Rumore di un tamburo
di pelle che s’infrange contro un muro morbido d’ascelle
che annusandole, ti mettono al sicuro;

di odori che conoscono
da subito un padrone,
l’esistere di un metro
troppo duro per resistere a cagione.

Per questo devo insistere
e dirigere le forze e le tue briglie
tenendo le maniglie dei tuoi fianchi;
aggrapparmi con le dita,

con la spinta dei miei gomiti arroganti,
alla cintura della vita
e devastare le tue mani inebrianti di calore,
di lamenti smisurati di piacere,

senza un attimo da bere,
di sosta o altro bicchiere a queste bocche o ai loro sensi
mai esausti, mai melensi o ancora stanchi.

Devastami la pelle con le unghie
se mi agguanti,
se mi graffi in un istante precipizio,
mentre cadi in un abisso di esplosione

di qualcosa degno di contravvenzione,
di indecente come un grido, quando assente
vuole uscire e non ti mente,
anche se non puoi sentire.


agostino guarino ©

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