Passeggiando tra le pareti di un antico porticato,
attraverso porte e legni che assaporano di note,
non incontro personaggi che conoscono bemolli,
solamente facce attonite che sistemano carrelli:
camerieri o chicchessia tutti intenti a riordinare
quello che la sera, immagino, dovrebbe diventare
la dispensa musicale.
I ricordi un po’ mi guidano e vorrebbero volare,
alla ricerca di una faccia che io possa ritrovare,
ma svoltando un corridoio mi ritrovo all’improvviso
una giostra, un lunapark, in qualche timido sorriso.
Uno che gira mi vorrebbe rifilare due biglietti nominali
e mi chiede se guadagno coi diritti musicali.
Io lo guardo e gli rispondo in un ironico sorriso
e me ne vado via scappando dallo scempio condiviso
e passando dall’ingresso arrivo fuori dalle mura
e intravedo qualche cosa in mezzo al vicolo che oscura
e respiro ancora immagini e compagni di liceo
che un po’ giocano e un po’ parlano e raccontano a Morfeo.
Poi svaniscono i ricordi e si riaprono le idee
e cominciano a girare gli ingranaggi encefalei
e riavvolgo le mie immagini lasciandole in bacheca
e faccio spazio ai miei doveri in una vita mezza cieca.
agostino guarino ©