LIGURIA


Sono qui, solo per te, un po’ di nascosto.

Ti guardo ancora, per il poco che mi resta
e non voglio intorno intrusi che conosco
e che mi farebbero anche festa.

La mia educazione difetta di criteri logici,
come, del resto, la mia impossibile sapienza.

Ho girato dentro di te in lungo e in largo
per conoscere e capire la tua faccia,
le tue rughe, i tuoi gesti, il tuo fare magro,
le tue manie, la tua civiltà, in qualche morso di focaccia.

Ho passato interi giorni a chiedermi
se avrei mai saputo viverti dentro
e conoscerti ed immergermi
nelle tue radici forti come il vento.

Ho conosciuto chi mi ha dato pace
e chi lavoro e gioia e gratitudine,
e anch’io, forse mai capace,
a sollevare quest’incudine di gloria,

perché non ero nel mio posto,
non era la mia storia;
non eri tu la casa che conosco.

Forse per quest’aria,
non ti ho voluto bene fino infondo.

Ti ho considerato sempre,
solo una buona compagnia.

Ti ho amato solamente
come una buona compagnia.

Mai niente, oltre a quella
che potevo aspettarmi di scoprire
tra le rughe del tuo viso da monella,
che guardandolo sorridi e non sai che cosa dire.

Ed ora, che le cose vanno avanti,
che mi trovo la frontiera qui davanti,
per una volta ancora, assaggio i tuoi sapori,
i tuoi angoli di pelle, ruvida di amori,
di semplicità purtroppo incomprensibili,
anche buone, ma comunque irraggiungibili.

Il profumo del tuo mare,
degli ulivi, dei forni del tuo pane,
di eterni aghi di pino,
di ginestre, di oleandri e rosmarino;

le tue stelle e i tuoi pianeti,
i cieli e le tue lune luminose,
i tuoi vicoli discreti
distratti da magie miracolose
delle ore altalenanti,
di cammini e di silenzi traballanti,
tra il mio cuore e le tue onde
a sgusciare via, davanti all’orizzonte,
dai ricordi più legnosi e resistenti.

Ti abbraccio forte forte,
…se almeno tu mi senti.


agostino guarino ©

pubblicata sul periodico web Acta Diurna 2009
pubblicata sulla rivista “003 e Oltre” allegato a “Lezione seconda” n. 0/2010

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