STATI DESTATI


Stati d’animo
che non ci sono stati,
forse passati,
forse mai arrivati
ad un livello costante,
un po’ rassicurante.

Stati destati da qualche incontro,
movimentati da qualche confronto,
depositati in qualche racconto.

Stati sovrani,
stati arcani,
di penne a di mani che vorrebbero dire;
di versi importanti, poco avvezzi a salire,
che poi, devastati, vanno quasi a morire.

Stati di tempo,
di altro argomento,
di chiavi di sblocco,
di sole barocco,
di nuove tempeste,
di nuove ventate ad imposte e finestre,
ad ambienti un po’ chiusi,
a momenti delusi
o forse soltanto un po’ occlusi,

in attesa del botto,
di quel resoconto
che deve arrivare,
che ama allo spasimo farsi aspettare,
bramare, anche odiare,
dai sogni destati
che inducono a stati un po’ molestati,
latenti, malati,
persino indignati
e fin troppo postati su certe vetrine,
in modo che vengano meglio esaltati.


agostino guarino ©