Di donne come te ne ho passate anch’io,
più di quanto tu non pensi,
nascoste tra le voci dell’assenza,
con la loro intraprendenza,
sottili nell’estorcere risposte
a certe facce un po’ malate,
ignoranti e anche sgraziate
(di rappresentanti d’ogni genere di maschio sia possibile inventare,
in quei posti dove solo i disperati puoi trovare),
sagaci nel raccogliere i momenti,
inattese, se vogliamo, agli occhi spenti,
pungenti nel esprimere ogni verso, ogni lamento
lì nascosto, tra i sorrisi di un commento,
eclettiche e capaci a provocare,
per rassicurarsi ed anche un po’ giocare
a sentirsi ancora un po’ desiderate
dopo giorni di infinite pugnalate.
La solita storia di tutti e di te:
un lui che ti lascia e tu a cercare i perché.
I fantasmi del tempo e quel segno negli occhi
che dice qualcosa, ma che tu non tocchi.
La solita storia di ognuno di noi,
e poi ritrovarti più sola che mai,
tra gli orgasmi del vento sulle gote arrossate,
tra i calici andati e infinite stronzate.
Mi piace degustare il mio Zacapa,
con te che non sei proprio cioccolata,
qualcuno (quasi tutti) non arrivano
a capire certi cuori che delirano.
Sappiamo tutti e due che non è il caso.
C’è il rischio di finire naso a naso
a uscire insieme dalla stessa porta.
Potremmo rovinare una giornata nata storta.
Però sei stata grande questa sera.
Partita troppo bene ed arrivata in gran carriera,
nonostante le girandole di valzer
che hai sfoggiato accarezzandoti le calze.
È la solita storia di tutti e di te:
un lui che ti lascia e tu a cercare i perché.
I fantasmi del tempo e quella rabbia di un cuore
che non riesce a gridare, che è da troppo che muore.
La solita storia di ognuno di noi.
E allora deciditi. Fai quello che vuoi.
Salire di sopra non servirà a molto.
Magari una volta ti avrei già risolto
questo fine serata, questa notte così,
un po’ disperata, ma piacevole a chi
sa cogliere, il senso,
il segno di un’anima. Un’anima sola.
agostino guarino ©