È un rumore lento e repentino
quello della notte insonne.
L’unica luce guida
è l’ora bieca sopra il comodino,
che se apri gli occhi ti sfida:
alzarti o no?
Come un gatto malconcio
ti lecchi le ferite,
sfiorando al buio le pareti
e ti appoggi a pensieri oscuri
di movimenti ed immagini sfinite
per non cadere lungo i muri
dei prossimi futuri.
È quest’attimo fuggente che cattura.
Questa notte non possiamo consumare
con le mani troppi corpi di zanzare,
per non farci sopraffare dall’arsura.
È quest’attimo fuggente che cancella
su quei nastri registrati poco prima,
tutto quello che faresti la mattina.
Non c’è più da preparare una cartella.
Non ho particolari cose per la testa,
se non qualche piacevole residuo
di un’appena oltrepassata festa
e indumenti ancora nuovi da portare
e da sudare, per cambiargli i primi odori.
Ed è l’attimo fuggente che mi attira
e non posso fare a meno di assaggiare
queste nuove mie abitudini un po’ avare,
che mi rendono la mente più evasiva.
Ed un attimo fuggente non cancella
tutto quello che vorresti mai provare,
anche se, purtroppo, l’hai dovuto fare.
Non è tardi per chi ancora si ribella.
È solo un attimo fuggente.
Solo un attimo di quelli
che travolge facilmente.
Che martelli pure in testa
per il tempo conveniente!
Se poi passa e si allontana
o se poi …resta.
agostino guarino ©