LABIRINTI DI TENSIONE


Distratto da quello che non mi circonda,
mi muovo sospettoso di tutto.
Aspetto che svanisca questo vuoto infinito
e cerco nuovo spazio nel deserto dei sogni,

allontanandomi da ogni movimento,
da ogni pensiero persistente ed insolente
che come un mastice resistente
non vuole staccare le sue labbra dal poro.

Affido al mio bisogno di ristoro
questo sonno inarrivabile
ed intriso di assordanti questionari,
come calcoli bancari di elaboratori atomici e antiquati.

Vacillo ma non cado nel meandro
e mi soffoco in deliri e metamorfosi mentali senza sfogo.
Labirinti di tensione e d’impossibile evasione
che cadono soltanto al sopraggiungere del fato;

di quell’inutile e previsto processo calcolato
dalle leggi e dalla logica di un fisico spossato
che forse finalmente riesce ad essere sedato.

Per quanto sia d’aiuto questo fatto,
non resto certamente soddisfatto dagli eventi
precedenti e successivi che esaltano i tentacoli
e non rendono giustizia ai diversi tentativi
di rendere una vita più leggera.

Un po’ di calma piatta, se arrivasse:
non potrebbe essere vera,
in questo andazzo turbolento,
come un trapano di un tempo,
che per quanto si martelli,
fa solletico al cemento.


agostino guarino ©