Lo sento questo vuoto,
questo vuoto turbolento.
Lo sento come un fuoco
che corrode e brucia dentro.
Lo sento, se ci penso,
davanti alle montagne
dove la neve a stento
ha sciolto le magagne,
le domande mai capite,
forse nemmeno percepite,
le risposte indefinite,
dall’inconscio custodite.
Lo sento questo pianto,
lo sento ancora forte,
ritornerà ogni tanto
nel vedere un’altra morte,
lo sento dai tuoi occhi
che gridano dal cielo,
dai versi troppo sciocchi
che ogni giorno vedo
e guardo occhiali neri
nascondere del vero,
quel senso che è di ieri
e che si è perso per intero,
si è perso con le ombre
e i colori dell’aprile
che qui, dal tuo novembre,
non vedrai più fiorire.
a Franco M.
agostino guarino ©