Fuori piove rosso,
in questi viottoli dal profumo di erbe.
Cammino come posso,
con te tra i piedi, in circostanze acerbe.
Entriamo in un emporio.
Un’atmosfera vellutata di retrò.
La donna bionda col suo repertorio
ci fa sedere e si racconta un po’.
Cominciano ad uscire qua e là
folletti, cantastorie e poca gloria,
passati tra le mille verità
di chi trasforma la leggenda in storia.
Negli occhi la saggezza dell’età,
nei nodi dei capelli lo sgomento
e nei momenti di silenzio
un bicchiere sopra il mento.
Luci quasi spente in questo ampio maniero
vivo di presenze assenti alla realtà,
come avesse dato già dimora a un condottiero,
con quel sapore d’inquisizione e nobiltà.
Comincio ad ambientarmi e sento che
non sono le presenze a infastidire me,
piuttosto un uomo, che da poco è qui con te
e vuole a tutti i costi maltrattare i miei discorsi
per lambire qualche angolo di te,
luccicante come le tue autoreggenti
e navigato come i tuoi ammiccamenti,
quasi sempre privi di sicuri fondamenti
e indomabili commenti,
davvero irresistibili, persino per gli assenti.
La pioggia sulle scarpe scivola,
così la mia decenza stridula
e mi riavvio tra le pozzanghere di rosso
ad evitare inconvenienze come posso,
abbottonandomi per bene fino al collo
questi frammenti indefinibili, al tracollo.
agostino guarino ©