Ascolto canzoni da voci gracchianti,
non potranno mai definirsi cantanti!
Eppure si muovono e fanno dei versi
non certo poetici, intendo, dei gesti.
Sono giovani e belli, o almeno, curati.
Il look è importante, altrimenti:
chi li avrebbe notati!
Ascolto dei versi e parrebbero buoni,
se non fosse altro che a dargli dei suoni
son certi talenti, così definiti
dagli incompetenti -e aggiungo impuniti-;
da quelle persone che sono preposte
ad avere dall’audience
grandiose risposte.
È forse per questo che devi gridare
in quel modo assordante, senza interpretare
nel modo corretto, nel modo migliore,
un testo discreto e donargli spessore
per farti sentire, per farti applaudire,
per farci capire che cosa vuoi dire.
Nessuno è più capace di cantare.
Aspetto un’altra voce, un’altra musica,
ma non succede niente è tutto uguale.
È tutto disturbato, anche l’acustica.
Nessuno è più capace di cantare
ed io non riesco neanche più a sognare.
E intanto mi cimento nei miei ordini del giorno;
da anni vorrei essere un momento al posto loro
per provare a far sentire qualche cosa di garbato.
Niente di tutto quello che definirei “sfrenato”,
perché le mie parole le faccio elaborare
dagli artigiani più inconsueti, dai vati a me più cari
ed il più caro a me, senz’altro sono io,
che scelgo l’espressione;
perché le mie parole le faccio decantare.
Se non vengono fuori me ne vado a riposare
e le riprendo il giorno che ritrovo ispirazione
per dare il peso giusto ad ogni esposizione.
agostino guarino ©