Scogli di pensieri
si lasciano frustare
da scaglie di creste e schiuma.
Rena ruvida,
umida di pioggia
non asciuga e si frantuma.
Sole e luna
si affacciano in un’alba
già sepolta dai friniti.
Pietre ammucchiate
e malmesse
stentano a riprendersi.
Aspettano alti venti,
altri eventi burrascosi
per ordinarsi armoniche,
ma occorrerà tempo e forza
per sollevare peso e forma.
Occorrerà pazienza, prudenza,
aderenza e massima coerenza.
Un cristallo di sale
luccica sotto i raggi più forti.
Preda di nessuno
questa vita ferma,
se non di mosche isolate
e qualche brivido.
Leggere cortecce
avvolgono silenzi
che il frangere salato disperde.
Siamo sempre in balia del mare,
del cielo e del potere che comanda.
Siamo inermi, abbandonati,
come pietre sulla sponda.
Refrattari di gioia e di sorrisi.
Commissari di pianti condivisi,
per questo sconosciuto sapere,
per questo sconosciuto amare
che non possiamo avere.
agostino guarino ©