Otto e trentasette,
fermo in un parcheggio
ad ammirare il cielo
sul finire dell’albeggio.
Tra poco dovrò muovere
le note e la ragione
per continuare il viaggio
nella giusta direzione,
ma intanto mi soffermo
sulle pose di un fringuello
che tranquillo sta beccando
a pochi passi da un cartello.
Con un fare delicato
si avvicina saltellando.
Non sembra spaventato.
Non ha fretta, non ha affanno
e sereno canticchiando,
quando sto per ripartire,
mi saluta e sembra dire:
« bello il cielo che sorride».
E sul mio motore acceso
la mia faccia ha prende il largo
e un sorriso un po’ sospeso
mi risveglia dal letargo.
agostino guarino ©