Sassi grandi,
fuori misura,
forme scolpite
dalla natura,
dall’acqua che torna,
dal sole che sgombra,
dall’uomo che dorme,
dal vento che sfiora.
Segni profondi,
senza parole,
che gridano in coro
come treni a vapore
bloccati sul ciglio
di una vecchia stazione,
che sia molo di mare
o tratto d’unione.
Un appunto di viaggio,
un’interpretazione
che l’uomo gestisce
seguendo l’istinto
d’ogni sua sensazione.
agostino guarino ©