SULLE ACQUE DEL LAGO


Costeggiando le sponde del lago,
in un giorno di quelli senza troppo sapore,
senza che l’acqua rifletta i pochi versi del sole,
m’incammino e mi guardo un po’ in giro.

Osservo il vento giocare sull’acqua
e mi specchio al suo effetto.
È impressionante l’aspetto di un giorno così,
se penso ai momenti agitati e confusi che vivo!

E vado su e giù per chissà quanti giorni
macinando chilometri, partenze e ritorni.
Lasciamo stare i pensieri di cuore,
già consumati dal troppo daffare!

È difficile vivere questi momenti.
Rifare tutto da niente, con un po’ di paura
di abbandonare la “gente”.

E, come le acque del lago, respirano
tutte le cose che sento nell’animo.

E sono solo di giorno e soprattutto la sera,
anche se ho numeri nuovi sul foglio.
C’è solo un’unica persona “vera”,
che però non so ancora se è quella che voglio.

E le barche danzano sulle acque del lago,
senza capire i disegni del tempo
e il cemento che sfiora la strada,
sparisce e diventa uno spago.

Gli elettrodomestici inventano un altro rumore
in questa casa, che è stata di molti,
che basta per scrivere, o almeno dormire
e che è troppo stretta per possibili inviti.

Sulla terrazza le voci di cincie
colorano il grande silenzio
di questa sera che, infondo, vince
con un sorriso vago.

Almeno la sera, con le suo ombre,
mi dà la forza di restare su;
che la mia faccia confonde
a chi la guarda un po’ di più

e sulle acque del lago, la brezza
non si dimentica di farsi sentire,
così, come in me, la tristezza
non ha troppe occasioni per morire.


agostino guarino ©

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