CHIACCHIERE


Chiacchiere…
fatte a mano;
con gli ingredienti giusti,
buone per tutti i gusti.

Gustose e piccanti;
per delinquenti o santi.

Chiacchiere da asporto,
da vento d’ombrellone,
noiose ed assonnanti.
Solito “minestrone”.

Battute volanti.
Battute.
Vinte, superate
da chi, per una volta,
vorrebbe andare avanti,
ma si trova sempre una parola
in mezzo ai raggi della ruota.

La parola di un asceta,
di un esimio professore
o magari di un profeta delatore
che, chiamato dall’altare superiore,

dovrebbe raccontare
a qualche attento spettatore
di motivi e di ragioni
che strapazzano i coglioni

di coglioni che non vogliono sentire
e, soprattutto, non riescono a capire
che le chiacchiere ti uccidono,
avvelenano le mani,
le memorie,
le risorse di domani.

Spegnete i vostri monitor,
le radio senza musica.
La musica fallita,
copiata, costruita.

Fate volare l’anima.
La VOSTRA.
Quella autentica!

Pulitevi le orecchie
con un sole sagittario
che trafigge il cuore
e lo porta sul binario del silenzio
e fermate quel momento all’infinito.

Spiegate, per un attimo,
a chi non ha capito!
vostro figlio,
vostro padre o vostra madre,
che, per buona educazione,
hanno sempre detto «sì»
e creduto al “buon padrone”.

Professori
che, se insegnano davvero,
fanno a botte con le leggi, al ministero
di famiglie che “la vera educazione”
la pensano soltanto
nella griffe sul pantalone.

Chiacchiere bagnate,
gelate dall’inverno.
Che il ghiaccio, misto al fuoco dell’inferno,
le trasformi in acqua buona;
che pulisca e disinfetti d’aria nuova
questi tempi poco sani
e che si possa cominciare dalle mani
a costruire i veri sogni.

I bisogni,
QUELLI VERI,
di domani.


agostino guarino ©

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