LE PAURE DELL’INCONSCIO


Tra gli intonachi sbiaditi di camera da letto
si insinuano presenze maligne.
Sguardi malvagi, attoniti,
appesi ad ombre neutrali di grigi intensi.

Occhi che sbucano da ogni dove.
Mucchi di peli vellutati,
morbidi ed effimeri
come le paure dell’inconscio.

Metamorfosi sabbiose
destinano al fato artigli e zanne,
nari arcigne e orecchie sataniche.
Inquieti, sovrapposti,
incestuosi scambi di regni, di segni,
di ego dominanti che si alternano.

Ora leoni, ora gatti,
ora pipistrelli, ora gufi,
poteri malvagi, cattive presenze,
divinità notturne.

Sempre e solo volti,
inerti, scrutanti, nemmeno sorpresi.
Anzi, coscienti, ma in attesa
e consapevoli dell’avvenire.

Nello svanire di una ciglia,
tutto si dilegua in un fiato di parole.
La vita non si ferma
e il destino non si muove.

Qualcosa sta cambiando
dentro ai muri del silenzio.
Il male sta sbiadendo,
ma ancora non lo sento.


agostino guarino ©

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