Già, presi treni per posti lontani.
Già, pensai di perdermi.
Già, vidi scie di binari e siepi
volgere sguardi distratti,
incanti, bisbiglii di facce comuni
interrompere silenziosi pensieri,
vaghe visioni sul futuro atteso.
Echi di suoni metallici
sfuggono ai pensieri,
che veloci si succedono
in un levar di sole.
Viaggio lento
e senza grosse destinazioni.
Giornata qualsiasi
di un mese qualunque,
prossimo all’estate.
«Biglietto, prego…»
e il cuore si ferma
ad un abbaglio già distante.
«Scendo qui! ».
agostino guarino ©