È una notte di quelle imbottite
dalla nebbia di periferia;
due alberi secchi, tre case assopite
e noi due ancora qui, sulla via.
Parliamo di donne, di rock, di lavoro
con il fumo dell’alito al vento.
Se n’è andato a dormire anche il vecchio frastuono,
che di solito è di complemento.
Il vento trafigge le nostre emozioni
col fare maestro di un mago.
La luna, nascosta, fa scherzi ai lampioni
facendo “cucù”, a mo’ di svago.
Due favole appese vicino al tuo nome
mi dicono tutto di te
e sorrido alla voglia di intendere come
le cose poi vanno da sé.
Fermiamoci ancora a parlare se vuoi,
tanto ora non riesco a dormire.
È bello, ogni tanto, parlare di noi
e della vita. Ci serve a capire.
agostino guarino ©