Mi si chiudono gli occhi
se penso al futuro,
al domani che arriva
quando mi sveglierò.
Al domani di adesso
o al domani lontano.
Mi rallenta un po’ il cuore
e mi si addormenta la mano.
Vedo giovani persi,
ascolto suoni confusi.
Sempre i soliti versi
da cervelli delusi.
Vedo greggi che ridono
per battute banali
e rumori che stridono
di peccati veniali
ed allora mi bevo qualcosa
che possa guarire il mio sonno,
qualcosa di forte e prezioso,
come sono i consigli di un nonno
o di un fiore che sembra morire,
ma poi, nonostante l’inverno,
ritrova la forza di uscire.
È un ciclo che torna in eterno.
E la musica suona
e la musica va
non è più quella buona,
forse poi cambierà.
In un domani lontano
o in un domani vicino,
dove il cuore di ognuno
può restare bambino
e decidere ancora
ciò che vuole davvero
senza correre dietro
al comune pensiero.
Al pensiero migliore
quello che può cambiare
le persone e le cose,
senza fare del male.
agostino guarino ©