In questa casa, da cui presto andrò via,
senza motivi dediti alla malinconia,
riassetto un’anima appena sveglia
e qualche residua polvere di parapiglia.
Così respiro un po’ di pace
sul mio divano a tre colori
e mi rigiro sulla mia voce,
roca e stanca, senza altri rumori.
Respiro l’aria di questo inverno
che non lontano se ne andrà via,
in confidenza di un male eterno
perché, come l’ape, non so cosa sia
girare intorno a dozzine di fiori
senza assaggiare gli stami tesi
adagiarsi ai petali o sentirne gli odori,
così, che capita d’esser sorpresi.
E allora resto ancora un po’
sul mio divano a tre colori
e mi preparo al prossimo metrò
senza sottrarmi da tutti i dolori
e prima di quanto fosse previsto,
dalla ragione alla realtà,
che, come tutte le cose, del resto,
arrivano quando mai nessuno lo sa.
agostino guarino ©