Ed è così che finiscono i sogni;
quelli di un giorno:
quando ti aspetti un sorriso
e invece ti sbattono in faccia
un qualcosa di già deciso,
senza chiederti un parere, un sospiro
o un minimo di discorso
davanti a un aperitivo.
Quando ti aspetti una chiamata,
un appuntamento,
dopo mesi di richieste,
di sondaggi, di rinvii,
di sproloqui, di brusii
sempre fuori dal contesto,
anche se con molto più di un pretesto
e la chiamata non arriva
anche se non ci pensi,
anche se guardi da un’altra prospettiva,
se ti rimane ancora un po’ di saliva
sulla bocca un po’ storta,
per via di quell’aria
che sembra fatta apposta
per non dar soddisfazione.
Hai voglia di pensare positivo!
di credere per forza in un arrivo,
di continuare a non mollare,
di provare e di trovare un altro motivo!
Hai voglia di pregare!
Hai voglia di implorare!
Hai voglia di mangiare?
Prego, ti puoi accomodare.
Certo non al ristorante!
Ne ho già consumate tante
di cene fuori casa,
e sempre con la scusa
di buona relazione,
che servono a ragione,
per la conversazione
sempre utile al bisogno
di arrivare a qualche sogno,
ad un traguardo basilare.
Io non so quasi più che cosa fare.
Tra l’altro, nei progetti,
c’era d’andare al mare,
ma come prenotare?
e rimediare ad un albergo troppo caro
per l’introito alle mie tasche così avaro.
Così avaro che anche questo marciapiede
si fa piccolo per non farmi vedere
ancora gente che mi chiede:
ma dove vuoi andare?
che cosa intendi fare?
Oppure mi consiglia qualche cosa,
come se io non sapessi
che le mura di una casa
hanno parti di cemento
e nonostante altri mattoni,
fanno male se ci batti contro i pugni,
perché, in qualche modo, mi vorrei sfogare
e non amo l’aria chiusa di palestra
o come fanno i vecchi,
stare troppo alla finestra,
non amo stare in questa situazione,
fatta di rinunce e tanta frustrazione;
certo non così drammatica,
se guardi un po’ la cronaca,
ma triste quanto basta
per non essere più ironica.
Per una volta dopo tanto tempo,
potrei vederla cinica
e peccando di egoismo
e di giustizia maccheronica,
vorrei godermi ancora, solo,
questa notte malinconica.
agostino guarino ©