Deserto di sole,
di luci nascoste,
riflessi di case
che sembrano vuote.
Fa quasi paura il silenzio!
Le poche persone,
rugose e sudate,
camminano a rate
appese a un bastone;
non fanno segreti del tempo.
Quell’autobus fermo,
che deve partire,
non trova nessuno
che vuole salire.
L’autista, fedele, rimane,
lo guida per strade deserte,
lo porta leggero e veloce
a vivere nuove scoperte.
In piazza del duomo
soltanto colombi
che volano ciechi,
venendoti addosso;
non vedono se vai di fretta,
non sentono gli altri passare
e sporcano i marmi bruciati dal sole
e poi il temporale,
la gente che scappa,
i tuoni, la pioggia,
le statue stremate,
l’odore d’asfalto bagnato,
le vie più deserte di prima…
e piove più forte,
più forte di prima
e tu, che cammini,
non cerchi riparo,
ti godi la vita
col tempo che fa.
Ancora un momento
a guardare la strada,
sentire il profumo
di questa città
non troppo fedele,
ma sempre più tua;
sentire che devi
partire di qua;
È ancora sereno,
il sole è tornato
e sui marciapiedi
s’è quasi asciugato.
Ritornano ancora le voci.
C’è un vecchio che tiene un cappello;
è povero come il mio cuore
e ha tanto bisogno d’amore.
Ma il tempo fa presto a passare.
Chissà se potrò ricordare
di quando ero ancora lontano,
di quanto ti amo.
agostino guarino ©